I VIAGGI DI PIACERE: DALLE ALPI ALL'ADRIATICO


La "fuga dalla città" anche se solo per un paio d'ore accentuò la necessità di fare delle escursioni nel "verde". Con il treno si copriva parte del tragitto, poi si proseguiva a piedi per un'escursione lungo strade periferiche verso alture circostanti la città, o verso luoghi distanti anche parecchi chilometri. Ci si doveva ritemprare e immagazzinare energia per ricominciare in forma la settimana. Il Semmering per i viennesi, le Alpi tirolesi, le Alpi di Villacco, per noi tutti il Tricorno e i suoi vassalli. Le Alpi Giulie per le scalate la zona di Bohinj per le escursioni intorno al lago e d'inverno per praticare sport come lo sci e lo slittino. Gli sport invernali erano pubblicizzati anche dalle Ferrovie dello Stato che predisponevano per gli appassionati treni speciali domenicali per l'appunto "Wintersportzüge".

Per gli amanti del mare il Litorale offriva un ampia scelta: da Grado a Sistiana, a Grignano e Trieste, località lungo l'Istria e la Dalmazia. Elioterapia e talassoterapia: con la graduale valorizzazione dell'importanza del bagno in mare miseri villaggi di pescatori si erano da tempo trasformati in eleganti stazioni termali raggiungibili con la ferrovia.



"Dalle Alpi all'Adriatico" era lo slogan promozionale dal Semmering all'Adriatico, da Vienna a Trieste lungo un percorso ricco di bellezze naturali e attrattive turistiche: dalle alture brulle del Carso alle grotte di Postumia, dalla ridente pianura al castello di Miramare, dal porto di Trieste a quello di Fiume.

Grado e Abbazia, Kurorte, stazioni di cura entrambe, ma ben diverse tra di loro: Abbazia, la destinazione turistica costruita dal nulla, meta di teste coronate che soggiornavano nei suoi imponenti hotel, Grado molto più modesta che si era affermata per il suo mare in morbida sabbia che risplendeva nella dorata luce solare ed invitava irresistibilmente a partecipare con baldanza a rotolarsi e a giovarsi.

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