
I primi tentativi in biciclo, quindi in bicicletta, le prime guide per ciclisti e cicliste, le prime gare, quindi itinerari sempre più complessi anticipano i primi tentativi in automobile anche da parte femminile. L'ebrezza della velocità, la libertà di fermarsi e di spostarsi, di conquistare da sole, autonomamente, mete altrimenti imposte da altri furono apprezzati dalle donne che non disdegnavano divertirsi con praticità senza tralasciare una nota di civetteria indossando un caschetto di pelle che pur proteggendo dalla polvere lasciava sfuggire qualche ciocca di capelli. "Il piacere di un viaggio in automobile è incomparabile" scrive la rivista "Elegante Welt" nel 1915, suggerendo di mettersi al volante, dal momento che il fascino del viaggio sta proprio nel guidare l'automobile, premendo l'acceleratore, verso la meta desiderata. La nuova, indipendente e individuale mobilità accentuò "la fuga nel verde".

Per "gli amanti del regno sotterraneo" c'erano ancora diverse grotte da esplorare, mentre coloro che non volevano preoccupazioni si godevano del bellezze naturali nelle grotte turistiche di San Canziano e di Postumia.
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